VIA V. VENETO 67, CARCHITTI VIA E. CILIA 12, PALESTRINA

STORIA DI PALESTRINA

Le origini di Praeneste vennero ricondotte ora a Prainestos, figlio di re Latino e nipote di Ulisse, ora a Telegono, figlio dello stesso Ulisse e di Circe, o ancora a Caeculus, figlio del dio Vulcano. Secondo alcune indagini archeologiche, la nascita di Palestrina si colloca al “secondo periodo laziale”, verso la fine dell’VIII secolo a.C., epoca alla quale riconducono i pochi oggetti di corredo rinvenuti.

Nel VII secolo a.C., dunque, Praeneste comincia a sfruttare la sua rendita di posizione, la centralità della città nel sistema di scambi dell’epoca è testimoniata proprio dai ricchi corredi delle tombe, i cui preziosi oggetti dimostrano contatti e scambi con tutte le popolazioni del Mediterraneo, in particolare, con gli Etruschi. Dai reperti ritrovati nelle tombe, dopo il contatto con gli Etruschi, comincia ad emergere un’aristocrazia, evidentemente legata alle attività commerciali tale da permettere la differenziazione all’interno della società predestina.

Con il passare degli anni, vista la sua ricchezza ed espansione, Praeneste intraprende frequenti lotte con Roma, già nel 380 a.C., il comandante romano Cincinnato la conquista, portando a Roma, come bottino di guerra, la statua di Giove Vincitore, che dedicò al Campidoglio. Seguirono altre rivolte che portarono la città ad allearsi dapprima con i Galli nel 358 a.C. in funzione antiromana, e a partecipare alla guerra latina, con la conclusione della quale, nel 338, finì per essere definitivamente sottomessa da Roma. Praeneste venne così privata di una parte del suo territorio e perse sensibilmente di importanza, tanto che anche le fonti letterarie sulla città diventano da questo momento più esigue.

Alla fine del II sec. si assiste ad una nuova sensibile rinascita della città, che vive una fase di grande prosperità documentata principalmente dalla imponente ristrutturazione urbanistica e monumentale. I prenestini infatti, approfittando delle guerre di Roma in Oriente, avviarono con queste aree del Mediterraneo delle floride e intense attività mercantili, basate sostanzialmente sul traffico degli schiavi. A Delo, che era il maggiore mercato di schiavi del Mediterraneo, le iscrizioni testimoniano la partecipazione economica di personaggi di Praeneste alla costruzione della monumentale agorà detta degli Italici. Questa consistente disponibilità di capitali determinò la costruzione del santuario della Fortuna Primigenia ricostruito nelle grandiosi forme ellenistiche.

Sappiamo dalle fonti che, all’inizio del I secolo a.C., dopo la guerra sociale, la città ottenne la cittadinanza romana, trasformandosi in municipio, e che durante la guerra civile tra Mario e Silla parteggiò per il primo. Un suggestivo brano di Appiano racconta le vicende di Praeneste durante questi anni, quando in essa trovò rifugio il figlio di Mario, Mario il Giovane, dopo la sconfitta di Sacriportum (82 a.C.).

In età augustea i monumenti e i reperti archeologici segnalano comunque una certa ripresa ed una discreta floridezza della città e dalle fonti conosciamo anche una relativa attenzione per Praeneste da parte delle famiglie imperiali. Tiberio vi possedette una residenza, nella quale tra l’altro guarì da una grave malattia, tanto che per dimostrare la sua gratitudine, conferì alla città la condizione di municipio. Anche l’imperatore Adriano vi possedette una villa, sicuramente identificabile con i resti di strutture antiche venuti in luce al di sotto del cimitero moderno.

In età costantiniana Praenesta e diviene sede vescovile e quando, tra il 380 ed il 392, gli editti di Teodosio vietano i culti pagani, anche la venerazione della Fortuna, come è ovvio, ne risente in maniera decisiva. E che questa fosse ancora viva nel 391 lo dimostra l'omaggio alla dea porto dal senatore pagano Simmaco.

Negli anni successivi, Palestrina con cadute e rinascite, seguì le sorti dell’Antica Roma. Nel XVIII secolo vide un forte sviluppo agricolo del territorio e, contemporaneamente, numerosi passaggi di truppe: tedesche (1701; 1711); spagnole (1734; 1736); napoletane (1799); francesi (1802): inoltre, nel 1745 viene scoperta la "cista ficoroni"; nel 1774 si scoprono i fasti prenestini di Verrio Flacco e, nel 1793, la statua di Antinoo nella villa di Adriano. Nel 1849, ospita il quartier generale dei garibaldini della seconda Repubblica Romana. Nel 1895 e nel 1897 soggiornano a Palestrina i fratelli Mann. La storia recentissima è segnata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale che, oltre a causare morte e distruzione, consentirono, però, la scoperta delle strutture del santuario. grandiosi forme ellenistiche oggi ancora parzialmente visibili.